BLOG REALIZZATO IN PARALLELO AL CORSO DI STORIA DELLA TECNOLOGIA DEL POLITECNICO DI TORINO (PROF. VITTORIO MARCHIS)

domenica 15 aprile 2012

Miniaturizzazione: tecniche e generalità


Nella riduzione delle dimensioni di qualunque congegno meccanico si incontrano problemi di resistenza degli organi, di smaltimento del calore accumulato nel funzionamento e di manutenzione che fissano il giusto compromesso oltre il quale diventa antieconomica e sconsigliabile, se non addirittura impossibile, la miniaturizzazione degli stessi. Più che per realizzare un'economia sui materiali, la miniaturizzazione ha lo scopo di realizzare un risparmio di spazio utilizzabile in altro modo. A volte, come nei veicoli, nei macchinari industriali e negli impianti, la miniaturizzazione di certi gruppi consente di diminuirne al massimo l'ingombro e i pesi con i vantaggi che ne derivano; quando si passa a veicoli aerei o spaziali la miniaturizzazione dei gruppi o degli oggetti trasportati diventa un problema vitale che, se non risolto, può compromettere addirittura l'operatività del veicolo. 


Nel riproporzionamento degli organi si devono tenere presenti i numeri caratteristici, se definiti, e la teoria dei modelli, affinché il funzionamento della nuova unità sia in similitudine con quella di partenza. Talvolta è impossibile mantenere le stesse prestazioni anche sfruttando al massimo le minori inerzie in gioco, esempio ne sono i micromotori per aeromodelli che, grazie alle limitate dimensioni, agevolmente raggiungono un elevato numero di giri al minuto ma che, anche a questi regimi, danno potenze di solo qualche CV. La riduzione anche di un solo particolare può venir sfruttata vantaggiosamente per ottenere maggiori prestazioni a parità di dimensioni. Si pensi per esempio al microsolco nel campo discografico, ai microfilm nel campo ottico, alle applicazioni nel campo degli apparecchi radio e televisivi (apparecchi portatili), dei libri (manuali, raccolte di poesie, ecc. miniaturizzati) e degli strumenti di misura (multimetri miniaturizzati).











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